Verba volant
scripta manent.
Caio Tito - I sec a.C
La stampa
Tipografica
Per stampa rilievografica si intende la tecnica di incisione di una matrice in legno.
Il grafismo in rilievo rispetto al bianco, viene inchiostrato con rulli che andranno a coprire le zone in rilievo.
Il primo sistema di stampa utilizzato dall’uomo è la xilografia (xylon = legno, gràphein = scrivere). Questa antica tecnica nasce in Oriente (Cina, India, Mongolia) per motivi ornamentali su supporti di seta, lino e cotone e consiste nell’incidere la superficie del legno con coltelli e sgorbie. Il legno utilizzato per queste prime incisioni è legno tagliato di testa per poterne sfruttare la capillarità.
Siamo a Magonza intorno al 1440 quando Jhoannes Gutenberg, orefice, realizza ciò che stava sperimentando già da una decina di anni: i caratteri mobili. Queste matrici, composte da una lega di piombo antimonio e stagno, saranno le protagoniste della diffusione della stampa in tutto il mondo. Inizia l’era moderna: l’invenzione e l’utilizzo della composizione tipografica permise il superamento della produzione dei testi manoscritti, permettendo un costo minore e una maggior diffusione di copie stampate. Nasce così la tipografia e le varie figure che operano all’interno di essa: compositore, stampatore, torcoliere, battitore, tira bozze. La composizione in caratteri mobili, viene effettuata dal compositore il quale prima di iniziare a comporre deciderà lo stile del carattere, il corpo, la giustezza e l’interlineatura. Ultimata la composizione ed eseguite le bozze, la stampa sarà presentata al proto (direttore all’interno della tipografia).
Il proto fatte le dovute correzioni riconsegnerà la stampa al compositore che passerà la forma di stampa al macchinista per stamparle.
La composizione a caratteri mobili durerà fino al 1866 anno in cui viene inventata la Linotype la prima compositrice meccanica; sarà la fine del compositore e 1′ inizio del linotipista, come già gli amanuensi avevano ceduto il posto ai compositori.
Per stampa rilievografica si intende la tecnica di incisione di una matrice in legno.
Il grafismo in rilievo rispetto al bianco, viene inchiostrato con rulli che andranno a coprire le zone in rilievo.
Il primo sistema di stampa utilizzato dall’uomo è la xilografia (xylon = legno, gràphein = scrivere). Questa antica tecnica nasce in Oriente (Cina, India, Mongolia) per motivi ornamentali su supporti di seta, lino e cotone e consiste nell’incidere la superficie del legno con coltelli e sgorbie. Il legno utilizzato per queste prime incisioni è legno tagliato di testa per poterne sfruttare la capillarità.
Siamo a Magonza intorno al 1440 quando Jhoannes Gutenberg, orefice, realizza ciò che stava sperimentando già da una decina di anni: i caratteri mobili. Queste matrici, composte da una lega di piombo antimonio e stagno, saranno le protagoniste della diffusione della stampa in tutto il mondo. Inizia l’era moderna: l’invenzione e l’utilizzo della composizione tipografica permise il superamento della produzione dei testi manoscritti, permettendo un costo minore e una maggior diffusione di copie stampate. Nasce così la tipografia e le varie figure che operano all’interno di essa: compositore, stampatore, torcoliere, battitore, tira bozze. La composizione in caratteri mobili, viene effettuata dal compositore il quale prima di iniziare a comporre deciderà lo stile del carattere, il corpo, la giustezza e l’interlineatura. Ultimata la composizione ed eseguite le bozze, la stampa sarà presentata al proto (direttore all’interno della tipografia).
Il proto fatte le dovute correzioni riconsegnerà la stampa al compositore che passerà la forma di stampa al macchinista per stamparle.
La composizione a caratteri mobili durerà fino al 1866 anno in cui viene inventata la Linotvpe la prima compositrice meccanica; sarà la fine del compositore e 1′ inizio del linotipista, come già gli amanuensi avevano ceduto il posto ai compositori.
La stampa
Calcografica
La calcografia ( calcos = rame, gràphein = scrivere) “l’arte di incidere il metallo” proviene nella maggior parte dall’alta scuola della gioielleria, in particolare quella fiorentina del 1400. Giorgio Vasari fa risalire all’orefice, niellatore Tommaso Fininguerra, detto Maso, la prima stampa ottenuta da piastra metallica (argento) incisa. L’incisione è dunque l’arte di ricavare con utensili d’acciaio, detti bulini, un incavo su una superficie dura (lastra di rame o zinco) che viene prima inchiostrata con una spatola e poi ripulita con carta o tarlatana, rimuovendo l’inchiostro in superficie e lasciando inchiostrata solo la parte incisa. La lastra inchiostrata viene posizionata sul piano scorrevole del torchio calcografico e su di essa viene appoggiata la carta di puro cotone precedentemente umidificata. Si abbassa il feltro del torchio e si gira in modo lento e costante la stella; è così che dall’altra parte del torchio uscirà la prima stampa. Il segno nato e completo dell’incisione è una fusione tra il metallo, l’inchiostro, il peso della mano dell’artista, la punta che intaglia, la carta e il torchio. Nasce così la figura dell’Incisore.
Questo metodo d’incisione comprende le seguenti tecniche: l’acquaforte, la punta secca, il bulino.
La calcografia ( calcos = rame, gràphein = scrivere) “l’arte di incidere il metallo” proviene nella maggior parte dall’alta scuola della gioielleria, in particolare quella fiorentina del 1400. Giorgio Vasari fa risalire all’orefice, niellatore Tommaso Fininguerra, detto Maso, la prima stampa ottenuta da piastra metallica (argento) incisa. L’incisione è dunque l’arte di ricavare con utensili d’acciaio, detti bulini, un incavo su una superficie dura (lastra di rame o zinco) che viene prima inchiostrata con una spatola e poi ripulita con carta o tarlatana, rimuovendo l’inchiostro in superficie e lasciando inchiostrata solo la parte incisa. La lastra inchiostrata viene posizionata sul piano scorrevole del torchio calcografico e su di essa viene appoggiata la carta di puro cotone precedentemente umidificata. Si abbassa il feltro del torchio e si gira in modo lento e costante la stella; è così che dall’altra parte del torchio uscirà la prima stampa. Il segno nato e completo dell’incisione è una fusione tra il metallo, l’inchiostro, il peso della mano dell’artista, la punta che intaglia, la carta e il torchio. Nasce così la figura dell’Incisore.
Questo metodo d’incisione comprende le seguenti tecniche: l’acquaforte, la punta secca, il bulino.
La stampa
Litografica
L’arte di produrre stampe usando come matrice la superficie della pietra senza ricorrere all’incisione fu scoperta da Alois Senefelder nel 1798 il quale pubblicherà nel medesimo anno il trattato sulla litografia nominandolo “La litografia, ovvero la stampa chimica”. La litografia ( litos = pietra, gràphein = scrivere) è una tecnica di stampa in piano (planografica), essa per tanto differisce dai processi dove l’immagine è rilievografica (tipografia) o incisa (calcografia). Con questa tecnica avrà inizio la stampa d’arte, in quanto la litografia si adattava bene a soddisfare le esigenze e lo stile degli artisti; questa nuova arte si diffuse rapidamente, uno dei primi grandi artisti a esplorare questa tecnica fu Francisco Goya. Molto presto si diffuse in Inghilterra ma venne soprattutto ben accolta in Francia durante il periodo del Romanticismo. Henri Toulose Lautrec sviluppò le possibilità della litografia producendo cartelloni, illustrazioni di libri e piccole tirature.
La litografia è un metodo di stampa per cui chiunque sappia disegnare può realizzare delle grafiche, poiché consiste nel disegnare direttamente con materiali composti di cera e sapone di marsiglia (matite, carboncini…) su una pietra di carbonato di calcio purissima (estratto dalle cave di Solnhofen in Baviera) composta da micro conchiglie fossili. Questa nuova tecnica si basa sulla repulsione naturale fra acqua e grassi, quindi ultimato il disegno si passa sopra la pietra del talco e la gomma arabica che sarà il reagente che trasformerà la superficie della pietra rendendo il grafismo lipofilo e il contrografismo idrofilo. Portata nel torchio litografico la pietra viene prima lavata con trementina poi sciacquata bene con acqua. Dopo aver umidificato la superficie con acqua la pietra viene inchiostrata fino ad ottenere l’inchiostrazione necessaria alla stampa. Con la litografia nasce la stampa a colori.
L’arte di produrre stampe usando come matrice la superficie della pietra senza ricorrere all’incisione fu scoperta da Alois Senefelder nel 1798 il quale pubblicherà nel medesimo anno il trattato sulla litografia nominandolo “La litografia, ovvero la stampa chimica”. La litografia ( litos = pietra, gràphein = scrivere) è una tecnica di stampa in piano (planografica), essa per tanto differisce dai processi dove l’immagine è rilievografica (tipografia) o incisa (calcografia). Con questa tecnica avrà inizio la stampa d’arte, in quanto la litografia si adattava bene a soddisfare le esigenze e lo stile degli artisti; questa nuova arte si diffuse rapidamente, uno dei primi grandi artisti a esplorare questa tecnica fu Francisco Goya. Molto presto si diffuse in Inghilterra ma venne soprattutto ben accolta in Francia durante il periodo del Romanticismo. Henri Toulose Lautrec sviluppò le possibilità della litografia producendo cartelloni, illustrazioni di libri e piccole tirature.
La litografia è un metodo di stampa per cui chiunque sappia disegnare può realizzare delle grafiche, poiché consiste nel disegnare direttamente con materiali composti di cera e sapone di marsiglia (matite, carboncini…) su una pietra di carbonato di calcio purissima (estratto dalle cave di Solnhofen in Baviera) composta da micro conchiglie fossili. Questa nuova tecnica si basa sulla repulsione naturale fra acqua e grassi, quindi ultimato il disegno si passa sopra la pietra del talco e la gomma arabica che sarà il reagente che trasformerà la superficie della pietra rendendo il grafismo lipofilo e il contrografismo idrofilo. Portata nel torchio litografico la pietra viene prima lavata con trementina poi sciacquata bene con acqua. Dopo aver umidificato la superficie con acqua la pietra viene inchiostrata fino ad ottenere l’inchiostrazione necessaria alla stampa. Con la litografia nasce la stampa a colori.